Ferrari: annullata la vendita di una SF90 Stradale a causa di una Emoji 😬

Ferrari SF90. Foto di Alexandre Prevot.

È un caso che potrebbe far sorridere. Può un'emoji, quel piccolo simbolo insignificante sui nostri schermi, cancellare davvero una vendita di un'azienda? Ferrari ? La risposta sta in una controversia legale sulla cancellazione di un ordine per una Ferrari SF90 Stradale.

Ordinata una Ferrari SF90 Stradale, ma la consegna richiede troppo tempo

Tutto ebbe inizio quando un acquirente tedesco, con un anticipo di 60.000 euro, ordinò una Ferrari SF90 Stradale. La consegna dell'auto era prevista entro la prima metà del 2022.Ma un ritardo nella produzione ha sconvolto la data prevista.

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La causa del ritardo? Un problema alle batterie, la cui riparazione continua a rimandare la consegna. La SF90 Stradale è un'ibrida ricaricabile. Il 9 maggio, l'acquirente ha saputo che il suo sogno di mettersi al volante della sua Ferrari doveva ancora aspettare. Infine, fissa una scadenza finale: il 31 maggio 2022. Non vedendo ancora nulla, l'acquirente decise di rompere il contratto il 1° giugno. Ha chiesto la restituzione della caparra.

L'emoji 😬, oggetto di un malinteso tra acquirente e venditore

Sembrava tutto abbastanza semplice: un'auto non consegnata in tempo, un contratto annullato. Ma poi un dettaglio insignificante come un'emoji su WhatsApp arriva al cuore della controversia. Quando è stato annunciato il ritardo, il venditore ha scritto al cliente: "La SF90 Stradale è stata rinviata alla prima metà del 2022". L'acquirente deluso risponde con un semplice "Oops" accompagnato da un'emoji 😬.

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Il venditore l'ha interpretato come una tacita conferma della proroga del termine di consegna alla fine di giugno 2022, pensando che l'emoji e l'"Oops" fossero un accordo implicito da parte dell'acquirente. Pertanto, non ha annullato l'ordine contro la decisione dell'acquirente. Da questo momento in poi il rapporto si è deteriorato: da un lato il venditore pensava di aver ricevuto la conferma di una consegna per la fine di giugno, dall'altro l'acquirente voleva annullare l'ordine il 1° giugno. Il disaccordo è arrivato fino in tribunale.

Il verdetto giudiziario

Dopo una prima sentenza a sfavore dell'acquirente, quest'ultimo ha fatto ricorso e la Corte d'appello ha ribaltato la sentenza iniziale. La corte ha stabilito che la risposta del cliente, anche se accompagnata da questa emoji, non indicava in alcun modo il consenso a prolungare la consegna. Va chiarito che "Oops" è solo un'esclamazione, non un accordo.

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Ma non è ancora finita. Il venditore aveva chiesto un risarcimento di 110.000 euro, sostenendo che la Ferrari sarebbe stata venduta in perdita. Ma il tribunale ha stabilito che il venditore non aveva alcuna base per questa richiesta.

Questo caso ci ricorda come gli scambi digitali, come un semplice messaggio WhatsApp o un'emoji, possano avere importanti implicazioni legali. La prossima volta che inviate un'emoji in risposta a un annuncio o a un ritardo, ricordate che potrebbe essere interpretata in modo completamente diverso da quello che intendete.

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1 Commenti

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  1. Farò molta attenzione quando comprerò la mia prossima Ferrari. Un uomo informato vale per due. Quindi avverto anche il mio doppio.

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