
Il Scuderia Ferrari non ha evidentemente rinunciato alle sue grandi manovre per tornare ai vertici della Formula 1. Dopo aver reclutato Jérôme d'Ambrosio e Loïc Serra dalla Mercedes, e dopo aver mostrato interesse per Adrian Newey (che alla fine è passato all'Aston Martin), la scuderia di Maranello sembra ora avere nel mirino un altro ingegnere di alto livello. Le voci si concentrano ancora una volta sul Direttore Tecnico della Red Bull Racing, Pierre Waché, che è stato avvistato a parlare con Fred Vasseur dopo il Gran Premio di Cina. Si è trattato solo di un incontro casuale o del segnale di un altro importante trasferimento?
Non è la prima volta che il nome di Pierre Waché viene associato alla Ferrari. Un anno fa, l'idea di assumere un direttore tecnico francese aveva suscitato un certo scalpore nel paddock. All'epoca, la Scuderia non era riuscita a strapparlo alla Red Bull Racing, dove era (ed è tuttora) un elemento essenziale per il successo tecnico della squadra campione del mondo. Fred Vasseur, tuttavia, aveva fatto di questo ingaggio una priorità.
L'ultima prova del campionato, svoltasi in Cina, ha alimentato ulteriormente il fuoco. Una foto diffusa da diversi media mostra Fred Vasseur e Pierre Waché che chiacchierano a lungo nel paddock di Shanghai. Per molti, questa immagine potrebbe essere la prova di un nuovo approccio della Ferrari per assicurarsi i servizi del francese. Perché ora?
Secondo diverse fonti, c'è un potenziale litigio tra Waché e Christian Horner. Le prestazioni poco brillanti della RB21 in questa stagione e una serie di disaccordi interni potrebbero aver teso i rapporti tra i due uomini. La Ferrari, sempre alla ricerca di un rafforzamento del proprio reparto tecnico, vedrebbe in questa operazione una nuova opportunità.
Con Pierre Waché, la Scuderia mette a segno un altro colpo importante. Già braccio destro di Adrian Newey, dal 2018 ricopre la carica di direttore tecnico della Red Bull, supervisionando tutti gli aspetti della progettazione e dello sviluppo delle monoposto. Il suo arrivo alla Ferrari avrebbe indebolito seriamente la concorrenza, fornendo al contempo un'esperienza di prim'ordine.